Presentazione della traduzione del romanzo “L’acqua del lago non è mai dolce”, (A Água do Lago Nunca é Doce), pubblicato da Lua de Papel/Leya, alla presenza dell’autrice Giulia Caminito, in collaborazione con Lua de Papel/Leya e con la libreria PIENA – libri persone visioni
Presentazione a cura di Vasco Gato, con traduzione consecutiva IT-PT-IT
Mercoledì, 5 marzo 2025, ore 18.30
Istituto Italiano di Cultura di Lisbona
Av. Infante Santo, 43 – 2º – Lisbona
Posti limitati. Prenotazione obbligatoria alla mail: iiclisbona.reservas@esteri.it
Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, non scende a compromessi, crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima.
Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono.
Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 e si è laureata in Filosofia politica. Ha esordito con il romanzo La Grande A (Giunti 2016, Premio Bagutta opera prima, Premio Berto e Premio Brancati giovani), seguito nel 2019 da Un giorno verrà (Bompiani, Premio Fiesole Under 40) e da L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani 2021), finalista al premio Strega e vincitore del premio Campiello 2021, tradotto in ventidue paesi.
Nel 2024 esce sempre per Bompiani, Il male che non c’è.