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Le maschere della Commedia dell’Arte con SIMONE NEGRIN

Arlecchino, Capitan Fracassa, Pantalone e Pulcinella, le maschere più famose della Commedia dell’Arte interpretate da Simone Negrin, sebbene confinate a casa ci rallegrano la giornata!

Arlecchino – Maschera della commedia dell’arte. Il nome si fa derivare da Hellequin, tipo comico del diavolo nelle rappresentazioni medievali francesi. Apparsa in teatro nella seconda metà del 16° sec., la figura di A. assunse progressivamente rilievo e nel Settecento diventò una delle maschere più vivaci e caratteristiche, grazie anche al particolare costume (giacca e pantaloni aderenti, tappezzati di triangoli rossi, verdi, gialli, azzurri disposti a losanghe). Raffigura il servo ignorante e astuto, sempre affamato. Parla un linguaggio licenzioso e rudemente espressivo, che con il tempo si è fatto più castigato. (www.treccani.it)

Capitan Fracassa – Maschera della commedia dell’arte. È la rappresentazione di un soldato di ventura, un tipo di personaggio molto comune nel 16° e 17° secolo e assai adatto a rendere vivaci le rappresentazioni, poiché si presentava come uno sbruffone pieno di boria, che voleva far fortuna a tutti i costi, ma finiva deriso e, purtroppo per lui, concludeva ogni sua avventura a suon di bastonate. (www.treccani.it)

Pantalone – Famosa maschera veneziana (Pantalón) del Cinquecento: mercante ricco e avaro, sordido, nemico ai giovani e sempre beffato. Con l’andare del tempo, il personaggio si trasformò in quello di un buon uomo. Fu C. Goldoni, togliendogli la maschera, a dargli un’impronta definitiva: quella del mercante veneziano, un po’ brontolone ma saggio, equilibrato e generoso. Caratteristici del suo volto sono il naso adunco e la barbetta aguzza; porta casacca, calzoni e calze rossi, cappuccio e zimarra neri, scarpe a punta rialzata. (www.treccani.it)

Pulcinella – Nota maschera napoletana e una tra le più popolari italiane. Silvio Fiorillo, ritenuto inventore del tipo, lo tratteggiava gobbo e allampanato, con camiciotto e calzoni bianchi da facchino, spatola alla cinta, cappello bicorno, baffi e barba: ma già alla fine del Seicento il volto di Pulcinella è pulito e il cappello s’è fatto a pan di zucchero. Quanto al nome, chi lo vuole suggerito dalla voce chioccia o dal naso a becco (piccolo pulcino), chi lo dice corruzione di un cognome molto in voga nella regione: Pulcinello o Polsinelli. Pigro, vorace, perennemente affamato, opportunista, sfrontato, chiacchierone, bastonatore spesso bastonato, Pulcinella è la personificazione comica dell’abbandono popolaresco a tutti gli istinti. Ma col tempo la maschera subisce una significativa evoluzione trasformandosi in un simbolo universale della napoletanità, di cui incarna l’esuberanza, il virtuosismo mimico e canoro, lo spirito ironico, canagliesco e generoso, la filosofia pratica e disincantata. (www.treccani.it)

 

Simone Negrin nato a Torino nel 1978, si trasferisce in Spagna nel 2001 e, dopo un decennio in Galizia, ora vive a Madrid. Si occupa di arti sceniche (narratore, regista, attore, sceneggiatore), è dottore in Scienze dell’Educazione presso l’Università di Torino ed è coach professionale (Crearte Coaching, AINP).
In ambito teatrale, come attore ha lavorato per il Centro Dramático Galego diretto da Quico Cadaval, come regista ha participato al Festival Fringe 2015 di Edimburgo con Hamlet (A One Man Play), come drammaturgo ha scritto i musical “Mellor Mellor” e “Vinte”, come sceneggiatore ha vinto il 1º concorso internazionale di cortometraggi di ABCGuionistas.
È stato anche presentatore in TV, creatore di quiz e improvvisatore teatrale. Come narratore esordì nei concerti didattici della Real Filharmonía de Galicia.
Nel 2016 ha vinto il primo concorso “El cuenbate” organizzato dal poeta Alberto Guerra, nel 2017 ha ricevuto il Premio del Pubblico nelle giornate organizzate dalla Onlus SOS Racismo e nel 2018 è stato selezionato come narrador inaudito nel Maratón de Cuentos di Guadalajara.
In ambito musicale, ha fatto parte della compagnia di musiche del Sud Italia La Paranza del Geco come musicista e ballerino. È stato leader del gruppo comico-musicale Fratelli Negroni e membro e direttore artistico del Coro da Rá di Santiago. Attualmente forma parte del CoroFón di Madrid.
Come formatore, lavora nell’ambito del coaching (Crearte Coaching e AINP). Da venti anni da corsi di teatro per adulti e bambini ed ha organizzato laboratori su espressività, comunicazione e improvvisazione per diversi enti (Croce Rossa, Asociación Española Contra el Cáncer, Banco Santander, etc).
Da dieci anni realizza seminari e attività culturali per chi studia italiano in scuole di lingue, Università, accademie ed enti culturali (www.machecosa.com).