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Esposizione “Paola Di Bello. Fotografie e video” a cura di Raffaella Perna

Inaugurazione dell’esposizione “Paola Di Bello. Fotografie e video” a cura di Raffaella Perna, alla presenza dell’artista Paola Di Bello e della curatrice.

La mostra, a cura di Raffaella Perna, propone una selezione di venti opere fotografiche appartenenti alle serie Le lucciole e Fuoricampo, realizzate dalla fotografa e videomaker italiana Paola Di Bello tra la fine degli anni Ottanta e la seconda metà dei Novanta. Nella serie Le lucciole (1988-1991) la superficie fotografica è impressionata dalla luce emessa da venticinque lucciole, raccolte in campagna dall’artista, trasportate in camera oscura e lasciate camminare su fogli di pellicola fotografica in bianco e nero. La serie si riallaccia alle sperimentazioni off-camera diffuse nella ricerca fotografica italiana degli anni settanta, in cui l’immagine – come già nei fotogrammi degli anni dieci e venti – si forma attraverso il contatto diretto tra la realtà e la superficie sensibile. Introducendo nel processo fotografico le lucciole, l’autrice accentua il carattere aleatorio dell’opera; inoltre, la scelta di usare le lucciole chiama in causa le riflessioni di Pier Paolo Pasolini, il quale nel 1975 aveva interpretato la scomparsa di questi animali come il simbolo della speculazione e del degrado intellettuale e morale prodotti dal neocapitalismo. Al contrario l’opera di Di Bello – riprendendo il titolo di un recente libro di Georges Didi-Huberman – attesta fisicamente la “sopravvivenza delle lucciole”, trasformando la resistenza di questa specie in una metafora di resistenza politica.

L’interesse di Di Bello per gli aspetti socio-politici emerge in modo più diretto nella serie Fuoricampo realizzata nel 1997 a Napoli, città d’origine dell’artista, a seguito di una committenza del Comune. Di Bello lavora sulla realtà delle periferie urbane, scegliendo un soggetto caro alla fotografia italiana degli anni Ottanta e Novanta. In queste foto il paesaggio urbano è ripreso attraverso lo spazio delimitato da porte da calcetto improvvisate, diffuse negli sterrati di periferia: il rettangolo della porta crea di volta in volta una cornice interna all’immagine che raddoppia l’inquadratura fotografica, in modo da evidenziare il carattere artificiale della foto. Nel proporre “l’immagine di un’immagine” l’artista riprende una soluzione tipica della fotografia concettuale. Il lavoro di Paola Di Bello tuttavia si caratterizza per un marcato interesse sociale; la sua sperimentazione fotografica è concepita come strumento di indagine del contesto antropologico della città: i campetti abusivi, gli edifici fatiscenti, le strade dissestate raccontano una realtà marginale, fatta di abusi e cattiva gestione del territorio.

Benché diverse sul piano formale, entrambe le serie mostrano alcuni elementi nevralgici del lavoro Di Bello, in particolare l’interesse verso la tradizione dell’avanguardia e della neovanguardia europee, l’introduzione dell’alea nel processo fotografico, la scelta di limitare al minimo l’intervento autoriale per fare affiorare gli aspetti enigmatici presenti nella realtà stessa.

In mostra verranno inoltre presentati alcuni tra i più significativi video realizzati dall’artista: Video-Stadio, 1997 (7’20″); Espèce d’Espace, 2001 (durata 1’15″); Il grande Piccolo, 2004, (1’20″); Le dodici fatiche di Marwa, 2005 (5’30″); Il circolo virtuoso, 1992-2009 (3’).

In occasione dell’inaugurazione, verrà presentato il recente libro Paola Di Bello. Works 84-16, a cura di Luca Panaro (Danilo Montanari, 2016), che ripercorre il decennale percorso dell’artista italiana.

 

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Lisbona