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“Dante” di Pupi Avati a FARO

Cartaz Dante_Faro

Proiezione del film “Dante” di Pupi Avati (2021), organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, dal Consolato Onorario d’Italia ad Albufeira,  dal CIAC, Centro de Investigação em Artes e Comunicação dell’Università dell’Algarve, con il sostegno del Município de Faro, União de Freguesias de Faro e Teatro Lethes. 

Una produzione del Gruppo editoriale Minerva Pictures Group S.r.l.

Martedì, 11 giugno 2024, ore 21.00
Teatro Lethes
Rua de Portugal, 58 – Faro

INGRESSO LIBERO fino al completamento della sala.

Durata: 94 min. | Lingua: italiano | Sottotitoli: portoghese

Il film racconta la vicenda umana di Dante Alighieri attraverso le parole di Giovanni Boccaccio che nel 1350 intraprende un viaggio alla ricerca di Antonia Alighieri, figlia di Dante, per offrirle una simbolica somma di denaro in riparazione del dolore patito dalla sua famiglia.
La pellicola ripercorre gli episodi salienti della vita di Dante, offrendoci la storia di uno dei poeti tra i più grandi e conosciuti  al mondo.

Sinossi: Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi.
Dante è morto in esilio nel 1321 mentre la sua fama, grazie alla divulgazione della Commedia, si è diffusa ovunque. Gli ultimi suoi vent’anni sono stati terribili, in continua fuga, cercando ospitalità presso le varie corti, con una condanna al rogo e alla decapitazione inflitta sia a lui che ai suoi figli maschi fuggiti a loro volta da Firenze.
Intanto nel capoluogo toscano gli equilibri di potere sono profondamente mutati e la città cerca una riappacificazione, seppure postuma, con un concittadino di tale valore. I dieci fiorini sarebbero il risarcimento simbolico per la confisca dei beni e per la condanna ad essere arso vivo decretata ormai quasi mezzo secolo prima dal comune fiorentino. Contro quella parte del mondo ecclesiale che considera la Commedia opera diabolica, Giovanni Boccaccio accetta quest’incarico nella convinzione di poter svolgere un’indagine su Dante che gli permetta di narrarne la vicenda umana e le ingiustizie patite.
Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza e chi, al contrario, respinse e mise in fuga l’esule.
Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia.

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, dal Consolato Onorario d'Italia ad Albufeira,  dal CIAC, Centro de Investigação em Artes e Comunicação dell'Università dell'Algarve
  • In collaborazione con: Comune di Faro