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Hotel Belvedere

32º Festival di Teatro di Almada

HOTEL BELVEDERE, di Ödön vonHorváth

Regia
di Paolo Magelli

 

INTERPRETI Daniel Dwerryhouse, Elisa Cecilia Langone,
Fabio Mascagni, Francesco Borchi, Marcello Bartoli, Mauro Malinverno, Valentina
Banci

 

Lingua: italiano con sottotitoli in portoghese

Durata 1h55

Età M/12

 

 

Nell’ambito del 32ºFestival di Teatro di Almada, spettacolo
Hotel Belvedere del Teatro Metastasio Stabile della Toscana, con l’appoggio dell’Istituto
Italiano di Cultura.

 

 

 

Ödön von Horváth scrisse
Hotel Belvedere nel 1923, all’età di ventidue anni. Nella prima stesura
del testo, sul manoscritto, appare più volte la dicitura poi cancellata ma che
sembra riemergere sempre e con forza, Hotel Europa. Come ben sappiamo l’Europa
che l’impero austriaco gestiva fu il primo tentativo di unire popoli diversi in
un sistema di monarchia associativa. Franz Ferdinand venne ucciso a Sarajevo
anche per la sua visione moderna e tollerante di questa idea politica.

Horváth era ossessionato dalla
incapacità che l’aristocrazia e la borghesia intellettuale mitteleuropea
mostravano nei confronti delle utopie positive.

Fu il primo a riconoscere che dietro la
facciata della grandezza si nascondeva un mondo volgare, malato e
esclusivamente legato al potere del denaro. Un materialismo che avrebbe portato
direttamente al nazismo.

Il bambino Horváth aveva capito che
dentro le cupole dorate dello Jugendstil, dietro gli ori di Klimt e dentro gli
occhi dei personaggi di Schiele, c’era il vuoto e la disperazione.

Strano, ma l’Europa di oggi pare essere
non andata molto lontano da quell’Europa di Horváth.

I sette personaggi che si incontrano
nel polveroso Hotel Belvedere lo dimostrano in ogni atomo della loro presenza
scenica.

In questo testo, infatti, si incontrano
e si scontrano con indicibile violenza e humour noir tutte le classi sociali di
una Europa senza amore affaccendata a salvare se stessa e a distruggere gli
altri, i più deboli.

Questo testo non è soltanto un incredibile
vaticinio che ci porterà agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ma ci
lascia sconcertati perché in esso riconosciamo senza dubbio le inquietanti
anomalie antiutopiche della storia che stiamo vivendo.

Paolo Magelli

 

 

Paolo Magelli è nato a Prato nel 1947.
Ha studiato teatro e slavistica. Non ancora ventenne entra a far parte del
Teatro Studio Metastasio, insieme ad attori come Roberto Benigni. È poi
assistente di Giorgio Strehler e, nel 1974, inizia a Belgrado, un percorso che lo
porterà a lavorare nelle principali città dell’est europeo (Sarajevo, Zagabria,
Lubiana, Belgrado, Spalato, Skopje, Dubrovnik) e dell’Europa occidentale (Parigi,
Dresda, Wuppertal) e del Mondo (Caracas, Città del Messico, Bogotá, Ramallah,
Tel Aviv).

http://www.ctalmada.pt/cgi-bin/wnp_db_dynamic_record.pl?dn=db_festivais&sn=festival_2015&orn=436

  • Organizzato da: Festival de Teatro de Almada
  • In collaborazione con: IIC Lisbona