Un incontro eccezionale di due tra i maggiori solisti nei loro rispettivi strumenti con un programma di grande difficoltà tecnica e musicale
Concerto del flautista Mario Caroli e del pianista RobertoCominati
Mario CAROLI ha intrapreso lo
studio del flauto all’età di 14 anni ed ha ottenuto il suo diploma di solista a
19 anni. All’età di 22 anni vince lo storico Premio internazionale
“Kranichstein” a Darmstadt, ed intraprende così un’importante
carriera che lo ha rivelato come uno dei principali solisti della sua
generazione. La concezione dei suoi programmi e la vastità del repertorio
mostrano un approccio singolare e autentico alla professione, così come una
traiettoria artistica assolutamente personale. Nei suoi recital si passa da
Ferneyhough a Marin Marais con la stessa disarmante semplicità. Nella sua arte
non esistono barriere tra i repertori, ed egli rifiuta la classificazione di
“specialista” di un limitato genere di repertorio: Mario Caroli
appartiene alla ristretta cerchia di artisti in grado di eseguire il più
classico dei concerti e la più ardita composizione contemporanea con lo stesso
virtuosismo e la stessa vivida musicalità. E’ forse anche per questo che le sue
aapparizioni pubbliche suscitano sempre un così grande successo: il suo recital
di debutto al Concertgebouw di Amsterdam fu accolto da una standing ovation. In
occasione di un suo recital alla Société Philarmonique di Bruxelles, la critica
notò come: “il pubblico era letteralmente sbalordito di fronte alla sua
tecnica, la sua potenza, la sua poesia e la sua musicalità”, mentre il suo
primo recital al Théâtre du Châtelet di Parigi fu acclamato per la sua
“straordinaria forza evocativa”.
Mario Caroli appare regolarmente nelle più
grandi sale da concerto del mondo, comprese le Philharmonie di Berlino e di
Colonia, il Concertgebouw di Amsterdam, la Herkulessal di Monaco, Konzerthaus
di Vienna, la Royal Festival Hall di Londra, il Théâtre du Châtelet e l’Opéra
Garnier a Parigi, il Lincoln Center di New York (nel ciclo dei “Grandi
Interpreti”), Suntory Hall, Oji Hall e Opera City House di Tokyo o ancora
il Palais des Beaux Arts di Bruxelles.
Ha suonato concerti per flauto e orchestra –
da Vivaldi a Sciarrino, passando per Mercadante, Ibert o Jolivet – con l’Orchestra
Sinfonica Nazionale della RAI, la Philharmonia Orchestra di Londra, l’Orchestra
Nazionale del Belgio, l’Orchestra della WDR, quella della SWR, i Bayerische
Rundfunk, l’Orchestra Nazionale d’Islanda, la Tokyo Philharmonic, Tokyo
Sinfonietta, le Orchestre dei Teatri d’Opera di Stoccarda, Rouen e Cagliari. E’
stato inoltre solista con Les Percussions de Strasbourg, l’Ensemble
Contrechamps di Ginevra e l’Ensemble Algoritmo di Roma, i Neue Vocalsolisten e
la Schola Heidelberg, sotto la direzione di Pierre Boulez, Peter Eötvös, Heinz
Holliger, Lothat Koenigs, Christian Mandeal, Kazushi Ono, Pascal Rophé, Oswald
Sallaberger.
Appassionato cultore di filosofia (laurea,
summa cum laude, con una tesi su “L’Anticristo” di Nietzsche),
poesia, cinema e psicologia, premio per la cultura “Attis d’oro” del
Comune di Fasano, i suoi orizzonti culturali supportano lo sforzo costante di
vivificare le prospettive sul suo strumento. Spingendo i suoi interessi oltre i
canoni del repertorio standardizzato, Mario Caroli è presto diventato il
solista preferito dei più grandi compositori di oggi. Attualmente, egli è
l’unico flautista ad eseguire in concerti monografici le integrali flautistiche
di compositori come Sciarrino, Ferneyhough e Jolivet. Interpretazioni dotate di
grande virtuosismo, fantasia ed energia, per le quali la critica non ha esitato
a parlare di lui in termini di “fenomeno”.
Il suo impegno di musicista di traduce anche
in trascrizioni e adattamenti per flauto di musiche antiche, classiche e
romantiche, così come nell’assumere l’interpretazione di pagine rare e
monumentali: solista di “Cantare con silenzio” di Sciarrino, del
“Concerto per flauto” di Feldman, del “Prometeo” di Nono,
nel ciclo completo dei “Carceri d’invenzione” di Ferneyhough e in
“…Explosante-fixe…” di Boulez; protagonsita in scena di
“Hyperion” di Maderna o camerista nel trio (lungo cinque ore)
“For Philip Guston” di Feldman, in “El Cimarron” di Henze o
ancora in innumerevoli esecuzioni del “Marteau sans maître” di
Boulez.
Anche la sua presenza scenica viene spesso
sottolineata:”Alto ed elegante, sembra una figura uscita da un quadro di
El Greco, dotato di un dominio assoluto del suo strumento” (Muzsika,
Budapest), “Ha suonato travolgendo tutto fino all’estasi e a noi non
restava altro da fare che ammirarlo con incredulo stupore” (Musicweb
international, New York), “Con un gesto musicale tanto elegante quanto
sensuale, ci ha offerto un recital che non ammette replica alcuna” (Diario
Basco, San Sebastian).
La sua discografia conta oggi una ventina di
titoli. Le sue recenti incisioni di opere flautistiche di Jolivet (“una
delle migliori performance ascoltate negli ultimi mesi – forse addirittura
negli ultimi anni” American Record Guide) e di Sciarrino hanno ricevuto i
più alti riconoscimenti da parte della critica internazionale:
“Recommandé” (Répertoire), “Coup de Coeur de l’Académie Charles
Cros”, “A!” (Anaclase), “Eccezionale!” (Musica),
“Best recording of the year” (Musicweb international), “Best CD
of the month” (Amadeus and CD Classics). Sue registrazioni, interviste e
concerti sono regolarmente diffusi dalle principali stazioni Radio e TV
attraverso il mondo.
Riguardo all’attività didattica, Mario Caroli
è invitato per masterclass e come artista in residenza presso prestigiose
istituzioni, come l’Università di Harvard (dove è stato invitato per animare la
celebre FROMM-residency tra il 2007 e il 2008), il Toho College (Tokyo), la
Sibelius Academy (Helsinki), il Centre Acanthes (Paris) o il Conservatori
Superiori di Parigi, Ginevra, Karlsruhe, Lugano e Lipsia. Mario insegna da anni
alla’Académie Supérieure de Musique de Strasbourg-HEAR e al Conservatorio
Superiore della Svizzera Italiana di Lugano. Per i suoi concerti, Mario alterna
un flauto d’oro della Maramatsu ed un flauto di platino di Miyazawa.
Per diversi anni, Mario è stato il Primo
Flauto dell’Orchestra Collegium Musicum di Bari ed è stato membro dell’Ensemble
Modern Orchestra (EMO) di Francoforte.
Oltre alla sua attività di solista, Mario ha
lavorato a più riprese, come interprete in scena, con la compagnia di danza di
Trisha Brown. Mario si è recato con il suo flauto anche nelle scuole, nelle
fabbriche, negli ospedali, nelle case di riposo, persino nelle prigioni, allo
scopo di portare sollievo a gente in difficoltà per il tramite della gioia
della musica.
Entusiastiche ed affettuose testimonianze
vengono a Mario spesso dai suoi colleghi musicisti. La grande flautista Manuela
Wiesler, che su Mario ha avuto un’influenza profonda, ha scritto il seguente
commento alle sue interpretazioni di Jolivet: “Che calma, onesta, serena
beatitudine! Tu raggiungi il centro della musica, il cuore nascosto della
creazione, laddove altri si accontentano di mostrare una bella
superficie”. Un compositore come György Kurtág lo ha definito “uno dei
più grandi interpreti che abbia mai conosciuto”, mentre Sciarrino, nel
libretto ai cd con le sue opere per flauto interpretate da Mario, ha scritto:
“Questo giovane Paganini del flauto sarà d’esempio ad altri musicisti
famosi. Lui che possiede una tecnica senza limiti non si limita al repertorio
scontato, ma a quell’attitudine amorosa che trasforma se stessi per mezzo della
musica e di ciò che sta intorno”.
Roberto COMINATI, vincitore del primo
premio al concorso internazionale “Alfredo Casella” di Napoli nel 1991, nel
1993 si è imposto all’attenzione della critica e delle maggiori istituzioni
concertistiche europee grazie al primo premio al concorso “Ferruccio Busoni” di
Bolzano. Nel 1999 ha ottenuto il prix jacques stehman del pubblico della Rtbf e
della TV5 France, nell’ambito del Councours Reine Elisabeth di Bruxelles.
Ospite delle più importanti Società
concertistiche italiane e di istituzioni quali il Teatro alla Scala di Milano, il
Comunale di Bologna, La Fenice di Venezia, il Maggio musicale fiorentino, il San
Carlo di Napoli, gli amici della musica di Perugia, il Carlo Felice di Genova, l’Accademia
di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Accademia
Chigiana di Siena, il Festival Brescia e Bergamo, le Settimane Musicali di Stresa
e il Festival dei due Mondi di Spoleto. Ha suonato al Theatre Chatelet di Parigi,
kennedy Center di Washington, Concertgebouw di Amsterdam, Sydney Opera House, Melbourne
Concert Hall, Festival di Salisburgo, Teatro Colon di Buenos Aires, Teatro Municipal
di San Paolo, Gasteig di Monaco, Konzerthaus di Berlino, Staatsoper di Amburgo,
Staatsoper di Dresda, La Monnaie di Bruxelles, Royal Festival Hall di Londra e
ancora in Inghilterra, Giappone, Belgio, Olanda, Finlandia.
Ha collaborato con celebri direttori
d’orchestra fra i quali Sir simon Rattle, Andrey Boreyko, Leon Fleischer, Daniel
Harding, Daniele Gatti, Yuri Ahronovitch, David Robertson, Michael Pletnev, Aleksander
Lazarev.
Nel gennaio 2015 ha debuttato al Concertgebouw
di Amsterdam nella serie Meesterpianisten e nel febbraio 2016 alla Royal Festival
Hall di Londra con la Philarmonia orchestra diretta da Daniele Gatti.
Fra i suoi prossimi impegni: a Montecarlo con
l’Orchestre Philarmonicque De Monte-Carlo, ad Amsterdam con La Netherlands
Philarmonic Orchestra e ad Istanbul con La Istanbul Philarmonic Orchestra.
All’indomani del suo recital al festival di Salisburgo,
così scriveva la “Salzburger Nachrichten”: «…inesauribili i suoi colpi sfumati
quando esplora la preziosità di Debussy nella sua incantevole atmosfera di
suono, affascinante la mistura di calore e di fine tecnica nel tombeau de
couperin di Ravel, memorabile la sua passionale freddezza nell’ondeggiante e
poco profonda trascrizione della valse…».