Anteprima del corto LE MUTAZIONI. Omaggio a Fellini, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e da Risi Film, nell’ambito della 18ª Edizione della Festa del Cinema Italiano
Presentazione a cura di Stefano Scaramuzzino, direttore dell’IIC in dialogo con il regista Carlos Conceição.
Sabato, 12 aprile 2025, ore 19.00
Cine-Teatro Turim
Estrada de Benfica, 723A – Lisbona
Ingresso gratuito.
Regia e Soggetto: Carlos Conceição
Portogallo, 2025, 21′ | Sottotitoli: PT | Fiction scientifica
Interpreti: McCaul Lombardi, Elina Löwensohn, Joana Ribeiro, Jenna Thiam, Alba Batista
Produzione: Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Mirabilis e Risi Film
Distribuzione: Risi Film
Sinossi: Una bella e talentuosa ex-ballerina ha iniziato a ritoccare regolarmente il suo volto e il suo corpo tramite interventi chirurgici da quando ha abbandonato la sua carriera, dopo aver rotto entrambe le caviglie mentre ballava. Un giorno incontra Denver Blake, “l’analista dei detriti”, un ecoterrorista straordinariamente intelligente ma paranoico, che da tempo cerca di smascherare le istituzioni che impongono ideali di perfezione al subconscio delle persone, facendole sentire inadeguate e distogliendo la loro attenzione dal rischio imminente di un disastro ecologico. Tuttavia, non solo sviluppa una visione distorta della chirurgia estetica come forma di resistenza contro l’influenza dei media, ma sviluppa anche un crescente fascino per i corpi cicatrizzati e trasformati chirurgicamente. Li considera ormai come “i totem e i vangeli della post-civilizzazione“. L’alleanza tra questi due personaggi sarà estremamente romantica, ma sempre più catastrofica.
Questo nuovo cortometraggio di Carlos Conceição nasce nel contesto di un omaggio al grande regista italiano Federico Fellini, commissionato dall’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona.
Seguiamo un trio di personaggi che, per noia, si smarrisce nella ricerca della perfezione fisica attraverso la chirurgia estetica, solo per potersi inserire con maggiore sicurezza nella vita notturna che tanto detta le regole della loro esistenza (La Dolce Vita) e nella ricerca di un amore che sembra sempre destinato a rimanere un sogno impossibile (Le Notti di Cabiria).
Il termine felliniano è nato ed è usato – spesso anche al di fuori dei circuiti propriamente cinefili – per descrivere una particolare forma di grottesco, quella che si presenta con una consapevolezza performativa, legandosi allo stato onirico per offrire allo spettatore un universo che è dentro (ed è anche su) una determinata concezione di spettacolo.
Per Fellini, quello spettacolo e la vita stessa si confondono.
Questo film è al tempo stesso un avvicinamento e un allontanamento dall’universo felliniano, nella sua atmosfera e iconografia, facendo uso di alcune tematiche ricorrenti in diversi film del regista: prosegue la riflessione felliniana sul grottesco sociale, sulla sensualità polimorfa, sul sogno come dimensione che si sovrappone alla realtà e la indirizza, creando un paesaggio onirico dai contorni urbano-industriali, con un approccio più vicino alla fantascienza che al naturalismo contemporaneo.
Un viaggio nel tempo, ma verso una dimensione sconosciuta.
Come accadeva in altre opere del maestro di Rimini, come La Dolce Vita e Toby Dammit, anche questo film mostra un crescendo di assurdo che si accompagna a un crescendo di disperazione, coesistendo nelle stesse feste casalinghe, proseguendo in vagabondaggi notturni e terminando in tristi albe. Questo percorso risuona profondamente con la nostra generazione, pur restando il filo conduttore trasversale dell’intera opera di Federico Fellini.