Proiezione del film “Dante” di Pupi Avati (2021), organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per promuovere nel mondo l’immagine di Dante Alighieri.
Giovedì, 25 gennaio 2024, ore 19.00 Sala de Cinema Fernando Lopes Universidade Lusófona Campo Grande 376, 1749-024 – Lisbona INGRESSO LIBERO fino ad esaurimento posti disponibili. |
Durata: 94 min. | Lingua: italiano | Sottotitoli: portoghese
Il film racconta la vicenda umana di Dante Alighieri attraverso le parole di Giovanni Boccaccio che nel 1350 intraprende un viaggio alla ricerca di Antonia Alighieri, figlia di Dante, per offrirle una simbolica somma di denaro in riparazione del dolore patito dalla sua famiglia.
La pellicola ripercorre gli episodi salienti della vita di Dante, offrendoci la storia di uno dei poeti tra i più grandi e conosciuti al mondo.
Regia, soggetto e sceneggiatura PUPI AVATI
Direttore della fotografia CESARE BASTELLI | Scenografia LAURA PERINI, MATTIA FEDERICI | Montaggio IVAN ZUCCON | Costumi ANDREA SORRENTINO | Musiche LUCIO GREGORETTI e ROCCO DE ROSA
Prodotto da ANTONIO AVATI per DUEA FILM con RAI CINEMA e con MGProduction | Distribuzione 01 DISTRIBUTION
SERGIO CASTELLITTO Giovanni Boccaccio
ALESSANDRO SPERDUTI Dante giovane
ENRICO LO VERSO Donato degli Albanzani
ALESSANDRO HABER Abate di Vallombrosa
GIANNI CAVINA Piero Giardina
LEOPOLDO MASTELLONI Bonifacio VIII
LUDOVICA PEDETTA Gemma Donati
MORENA GENTILE Donna gozzuta
ROMANO REGGIANI Guido Cavalcanti
CARLOTTA GAMBA Beatrice
PAOLO GRAZIOSI Alighiero di Bellincione
MARIANO RIGILLO Meneghino Mezzani
ELIANA MIGLIO Badessa Santo Stefano degli Ulivi
VALERIA D’OBICI Suor Beatrice
GIULIO PIZZIRANI Dante anziano
ERICA BLANC Gemma Donati anziana
MILENA VUKOTIC Rigattiera
NICO TOFFOLI Ser Manetto Donati
Sinossi: Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi.
Dante è morto in esilio nel 1321 mentre la sua fama, grazie alla divulgazione della Commedia, si è diffusa ovunque. Gli ultimi suoi vent’anni sono stati terribili, in continua fuga, cercando ospitalità presso le varie corti, con una condanna al rogo e alla decapitazione inflitta sia a lui che ai suoi figli maschi fuggiti a loro volta da Firenze.
Intanto nel capoluogo toscano gli equilibri di potere sono profondamente mutati e la città cerca una riappacificazione, seppure postuma, con un concittadino di tale valore. I dieci fiorini sarebbero il risarcimento simbolico per la confisca dei beni e per la condanna ad essere arso vivo decretata ormai quasi mezzo secolo prima dal comune fiorentino. Contro quella parte del mondo ecclesiale che considera la Commedia opera diabolica, Giovanni Boccaccio accetta quest’incarico nella convinzione di poter svolgere un’indagine su Dante che gli permetta di narrarne la vicenda umana e le ingiustizie patite.
Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza e chi, al contrario, respinse e mise in fuga l’esule.
Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia.