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Spettacolo DEMOCRACY IN AMERICA di Romeo Castellucci

Spettacolo DEMOCRACY IN AMERICA di Romeo Castellucci, organizzato dal São Luiz Teatro Municipal, con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona

Venerdì, 23 febbraio e sabato, 24 febbraio alle ore 21.00

Domenica, 25 febbraio alle ore 17.30

Democracy in America

Questo spettacolo non è politico. Questo spettacolo non è una riflessione sulla politica quanto, semmai, una sua conclusione.

Nel 1835 per la prima volta un europeo distoglie lo sguardo dal modello di Atene. Alexis de Tocqueville assiste alla nascita degli Stati Uniti d’America nel momento della genesi di una nuova Democrazia dal seme dei principi puritani e dell’eguaglianza degli individui. In essa tramonta l’esperienza della Tragedia come forma di coscienza e conoscenza politica dell’essere. Il grande laboratorio artificiale della negligenza dell’essere – la Tragedia – era stato archiviato per sempre; archiviato l’esperimento vitale e antibiotico insito alla democrazia ateniese di trovarsi, nella breve durata di uno spettacolo sugli spalti del Teatro di Dioniso, fuori dalla democrazia stessa, per ascoltare, ancora e ancora, la disfunzione esistenziale, il lamento della vittima espiatoria, che nessuna politica è in grado – ancora – di salvare.

Più nessun sacrificio, ma ancora nessuna politica. Più nessun Dio, ma ancora nessuna città dell’uomo. Cacciato il Capro Espiatorio, il coltello ci cade dalle mani, il cielo è vuoto, nuovo, azzurro, freddo. Rimane il cerimoniale vuoto che celebra la grandezza di questa perdita. (Romeo Castellucci, febbraio 2016).

Quando il giovane aristocratico francese Alexis de Tocqueville rientra da un lungo viaggio di studio negli Stati Uniti d’America nel 1832, compone un saggio in due tomi sul neonato sistema politico americano. In un’opera che diverrà uno dei testi fondamentali per la cultura politica dell’Occidente contemporaneo, Tocqueville descrive il nuovo modello di democrazia rappresentativa ritracciandone l’origine negli usi, nei costumi, nelle idee, nella coscienza collettiva delle colonie della vecchia Europa, ormai affrancate verso un futuro di rifondazione e libertà. La democrazia americana – la prima che per vastità e radicalità veniva edificata in epoca moderna – si era potuta costituire grazie a quel fenomeno che Tocqueville individuava come Puritan Foundation – l’apporto, cioè, delle comunità puritane nel gettare le basi di una fattiva uguaglianza di stampo evangelico tra gli esseri umani. Il vero argomento di Tocqueville, però, non era l’America, bensì la democrazia stessa, scandagliata minuziosamente con acribia anatomica, la rinascita in terra vergine di un modello politico logorato dai secoli nella vecchia Europa. De Tocqueville osserva il potenziale di una democrazia giovane, pur rilevandone i pericoli e i limiti, come la tirannia della maggioranza, l’indebolimento della libertà intellettuale di fronte a una retorica populista, e l’ambigua relazione fra l’interesse collettivo e le ambizioni dell’individuo. Nello stesso tempo, il Potere nel Nuovo Mondo rimetteva in questione la propria rappresentazione. Nella Grecia classica, la Tragedia rappresentava il doppio necessario e l’ombra della Democrazia ateniese: con La Democrazia in America Romeo Castellucci segue l’esempio di De Tocqueville e si pone nel tempo che precede la Politica, e, recisa in profondità la radice greca, in ciò che viene prima della Nascita del Teatro, in quell’attimo d’indeterminazione in cui i piedi nudi calpestano ancora le ceneri tiepide della Festa ormai abbandonata dagli Dei, ma non vedono ancora l’inizio della Tragedia, creata dall’Uomo. Un’opera che rintraccia una celebrazione dimenticata, un rito ancora senza nome, in cui il Teatro rinnovi la sua funzione primaria: l’essere il necessario e oscuro doppio dell’agone politico e delle forme delle società della razza umana.

Regia, scene, luci, costumi: Romeo Castellucci;

Testi: Claudia Castellucci e Romeo Castellucci;

Musica: Scott Gibbons;

Con: Olivia Corsini, Giulia Perelli, Gloria Dorliguzzo, Evelin Facchini, Stefania Tansini, Sophia Danae Vorvila e dodici ballerini locali

Coreografie liberamente ispirate alle tradizioni folkloriche di Albania, Grecia, Botswana, Inghilterra, Ungheria, Sardegna; con interventi coreografici di Evelin Facchini, Gloria Dorliguzzo, Stefania Tansini, Sophia Danae Vorvila. Assistente alla regia: Maria Vittoria Bellingeri. Maestro di prove: Evelin Facchini. Sculture di scena, prosthesis e automazioni : Istvan Zimmermann e Giovanna Amoroso. Realizzazione costumi: Grazia Bagnaresi.  Calçado: Collectif d’Anvers. Contrarregra: Giuliana Rienzi. Tecnici di palco: Pierantonio Bragagnolo, Andrei Benchea. Datore luci: Giacomo Gorini, Andrea Sanson. Tecnico del suono: Paolo Cillerai. Tecnico dei sottotitoli: Matteo Braglia. Costumista: Elisabetta Rizzo, Fotografo di scena: Guido Mencari Direzione tecnica: Eugenio Resta. Equipe produzione tecnica: Carmen Castellucci, Francesca Di Serio, Gionni Gardini, Daniele Magnani. Decoratore: Silvano Santinelli. Responsabile di Produzione: Benedetta Briglia. Promozione e distribuzione: Valentina Bertolino e Gilda Biasini. Assistente alla produzione: Giulia Colla. Amministrazione: Michela Medri, Elisa Bruno, Simona Barducci. Consulenza amministrativa: Massimiliano Coli. Produzione esecutiva: Societas

In coproduzione con: deSingel International Artcampus; Wiener Festwochen; Festival Printemps des Comédiens à Montpellier; National Taichung Theatre in Taichung, Taiwan; Holland Festival Amsterdam; Schaubühne-Berlin; Festival d’Automne à Paris con MC93 Maison de la Culture de Seine-Saint-Denis à Bobigny; Le Manège – Scène nationale de Maubeuge; Teatro Arriaga Antzokia de Bilbao; São Luiz Teatro Municipal, Peak Performances Montclair State University (NJ) – USA. Con la partecipazione di: Théâtre de Vidy-Lausanne and Athens and Epidauros Festival. L’attività di Societas è sostenuta da: Ministero dei beni e attività culturali, Regione Emilia-Romagna, Comune di Cesena e São Luiz Teatro Municipal, Lisboa

  • Organizzato da: São Luiz Teatro Municipal
  • In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Lisbona